Aversa è una città che ha attirato l’attenzione di studiosi e archeologi per secoli. La sua storia è avvolta in un mistero antico: qual è l’origine del suo nome?
Alcuni hanno ipotizzato un legame con la civiltà etrusca, ma non ci sono prove definitive a sostegno di questa tesi. Esaminiamo le principali argomentazioni a sostegno dell’una o altra ipotesi.
Nel 1987 lo studioso Aldo Cecere avanzò l’idea che il toponimo “Aversa” potesse derivare dal termine etrusco vers, che significa “fuoco”. Secondo Cecere, questo nome era strettamente correlato alla città etrusca sconosciuta di Velsu. Questo collegamento era basato sullo studio di monete antiche che riportavano iscrizioni che sembravano suggerire una connessione diretta tra i due nomi. Un decennio dopo, Giacinto Libertini seguì la traccia di Cecere, proponendo una connessione tra Aversa e una città etrusca sulla via tra Capua e Cuma chiamata Verxa o Vercsa.
Egli ipotizzava che questo nome fosse nato da una confusione tra i toponimi Velxa/Velcha/Velecha e Velsu/Velsa, entrambi ritrovati su diverse monete di città non ancora identificate. Questa teoria cercava di dare un senso al complesso panorama delle antiche comunità campane ed etrusche. Tuttavia, queste teorie non sono state accettate senza controversie.
Nel 2012, Lello Moscia criticò aspramente le tesi di Cecere e Libertini, negando qualsiasi legame diretto tra Vers e Velsu. Moscia contestò non solo il legame linguistico, ma anche l’intera elaborazione storico-archeologica proposta dai due studiosi locali. In particolare, Moscia riteneva che la moneta con l’iscrizione Velsu fosse associata a un gentilizio etrusco (arnza tite vel su petrual), un nome che indicava l’appartenenza di una persona a una specifica famiglia o clan all’interno della società etrusca, piuttosto che ad Aversa o alla Campania in generale. La questione si incentra su una moneta d’oro con la testa di Diana/Artemide al diritto e un cane che corre al rovescio, con l’iscrizione Velsu-a posizionata in basso. Diversi studiosi hanno cercato di attribuire questa moneta a varie città, come Velia, Felsina/Bologna, Volsinii/Bolsena, e persino ad aree campane non identificate. Tuttavia, non c’è consenso definitivo sulla sua provenienza esatta. Il dibattito sui caratteri etruschi, greci e oschi presenti nella moneta ha alimentato discussioni per più di due secoli. Tra i molti studiosi che hanno analizzato la moneta, il linguista e numismatico tedesco Wilhelm Corssen nel 1874 propose una soluzione interessante. Attraverso un’analisi linguistica, Corssen assegnò la moneta a Vulci/Montalto di Castro (Viterbo) e affermò che i nomi personali maschili come Velsio derivavano dal nome della città.
Un altro studioso tedesco, lo storico e numismatico Wilhelm Deecke, evidenziò invece connessioni con una moneta simile di Larino e propose che la moneta con iscrizione Velsu potesse essere etrusco-campana.
Da anni si discute anche sulla possibilità che il nome “Aversa” derivi da un “idronimo” (nome che viene assegnato a un fiume, torrente, ruscello ecc.) legato all’acqua piuttosto che al fuoco.
Le origini indoeuropee o preindoeuropee del termine ava/avel-var/ver suggeriscono un’interpretazione del nome più vicina a “acqua corrente” o “torrente”.
Questo approccio mette in discussione le precedenti teorie basate sul fuoco, offrendo una nuova prospettiva sull’etimologia del toponimo.
Fino ad oggi, però, non ci sono stati scavi sistematici sulle strutture fondative della città di Aversa, rendendo difficile confermare o confutare un’origine etrusca.
Anche se è improbabile che vi fosse solo una presenza romana nella piana campana, mancano prove concrete per stabilire una presenza etrusca nel territorio.
Senza ulteriori scoperte archeologiche, rimane difficile risolvere completamente il mistero.
Nonostante le numerose ipotesi e discussioni, quindi, non ci sono prove definitive che il nome “Aversa” derivi direttamente dall’etrusco. Le teorie rimangono incerte e dipendono da ulteriori scoperte archeologiche e studi linguistici.
Attualmente, l’ipotesi più accreditata sembra essere quella che collega il nome a un idronimo legato all’acqua piuttosto che a un’origine etrusca specifica.
Il viaggio attraverso la storia di Aversa, comunque, continua, con ogni nuovo studio che aggiunge un pezzo al grande puzzle del passato. Finché nuove scoperte non chiariranno definitivamente l’origine del nome, la nostra città resterà un enigma affascinante per gli appassionati di storia e archeologia.
Giuseppe CRISTIANO
